sabato 17 gennaio 2009

Sii l'Eterno




Ci scruti, timida ombra,
mentre l'umido smeriglio
del sole sposa i tuoi occhi
e c'illumina di te.

Rapite dall'urna della notte,
furon perle che cupido
il mare affidò a spiagge d'arena
e di basalto: le raccolsi,
ospite pavido cui l'inverno
chiese il canto d'una vita
troppo amara.

Io lo so: t'onora,
sazio anch'esso di presagi,
l'Arco che sulle nubi
ci parlò di pace: alla grazia
del suo iride aggiungi
la brezza che spira dall'ebano,
nobil dignità che l'oceano
dei tuoi occhi ancor concede
all'agonia dei giorni.

Non il sangue sia diadema
alla tua notte: sorgi, e dona
nettare di luna al cielo
ch'è rinato al tuo sorriso.

A te verrò, giardino erboso:
dalle radure della tua estate
attenderò, redento, gemme
di rugiada. Antico
è l'onore che ti serbo:
sii corona, sii speranza,
sii l'Eterno.

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